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Un Viaggio alla scoperta del Cambiamento
24
Lug
2012

10 Trends chiave per il futuro prossimo!

Nel mercato odierno è critico avere una visione d’insieme dei trend globali che impattano sul modo in cui viviamo e lavoriamo. E’ inoltre critico comprendere quali trends diventeranno i più importanti da seguire nel breve e medio periodo. Andiamo ad evidenziare 10 trends, non in ordine d’importanza, che crediamo, dovrebbero essere tenuti sotto controllo da coloro che si occupano di effettuare decisioni economiche d’impresa.

1. The mobile time machine

La mobilità è ovunque: risorse, persone, prodotti & servizi, capitali, conoscenza, convinzioni, opinioni e molto ancora. Il commercio di beni e servizi è cresciuto ben al di là del PiL globale negli ultimi trent’anni, mentre il ciclo di vita dei prodotti si accorcia. La rivoluzione in atto nelle tecnologie di comunicazione globali offre alle organizzazioni la possibilità di lavorare 24/7 ignorando i fusi orari, mentre le compagnie delle economie emergenti possono beneficiare di flussi d’informazioni continui a bassissimo costo, il che permetterà loro di colmare rapidamente il gap che le divide dai leader di mercato. La penetrazione della banda larga mobile sovrasta quella della banda larga via cavo, il che consente a miliardi di persone di essere costantemente online, permettendo loro di lavorare da ovunque gli capiti di trovarsi, con il conseguente sconvolgimento dei confini tra tempo libero e lavoro. La quantità di dati disponibili è straboccante e l’informazione può essere disseminata globalmente nel giro di pochi minuti tramite un Tweet, mentre una varietà sempre in espansione di intrattenimenti digitali e di social media si contendono il nostro tempo. In questo mondo caratterizzato dall’espansione mobile, il tempo si sta comprimendo. Le organizzazioni con le capacità per gestire le dinamiche di questa macchina del tempo mobile ne avranno dei vantaggi sia in termini di capabilities che di innovazione.

2. Potenziali di crisi nell’acqua, nel cibo e nell’elettricità

La popolazione mondiale è più che raddoppiata nel corso degli ultimi 50 anni, da 3 miliardi nel 1960 a 6,9 miliardi nel 2010 – e le previsioni parlano di 9,1 miliardi nel 2050. Il numero di persone in aumento, insieme ad un affluenza in crescita metterà sotto pesante stress le risorse critiche. Nel 2030, il gap tra domanda ed offerta d’acqua potrebbe raggiungere il 40%. La sicurezza del cibo sarà intrinsecamente legata a questo problema, essendo il 70% dell’acqua consumata utilizzato nell’agricoltura. Poiché i prodotti di base sono colpiti dagli eventi legati ai cambiamenti climatici, come le siccità, il FAO suggerisce che i prezzi del cibo saranno strutturalmente più alti nel futuro. Il capitale richiesto per soddisfare la domanda di energia prevista nel 2030 è stimato in 1,1 trilioni di dollari all’anno (1,4% del PiL globale). Senza un’azione d’intervento capillare su come usiamo queste risorse, tensioni sociali e geopolitiche potrebbero sorgere, accanto ad impatti economici fortemente negativi.

3. The global technology race

La tecnologia offre soluzioni potenziali a molti dei problemi più pressanti del mondo odierno, ma la domanda chiave è Quando le risposte promesse arriveranno? e Chi le fornirà? Si sta correndo una gara per il primato nelle tecnologie critiche, tra cui sono incluse le tecnologie degli elementi di base quali le nanotecnologie e le biotecnologie, così come le tecnologie applicate che dovranno risolvere problemi globali come la salute/invecchiamento e il problema delle risorse. Ci si deve aspettare che i paesi del BRIC saranno in pole position insieme alle nazioni industrializzate, poiché gli investimenti in R&S si stanno spostando verso il BRIC e i governi di questi paesi incoraggiano le innovazioni, ad esempio la Cina persegue la leadership nelle tecnologie pulite, mentre l’India si sta costituendo come ricettacolo della conoscenza globale sul nucleare.

4. Competere nel BRIC e oltre

Il potere economico si sta spostando inesorabilmente a favore dei paesi del BRIC, e continuerà ad accadere ciò. Nel 2010, l’economia della Cina ha sorpassato quella del Giappone per diventare la seconda economia a livello globale e si prevede che l’India sarà la quinta economia del mondo entro il 2025. Questi paesi saranno la casa della maggioranza delle classi medie emergenti. Tuttavia il campo di gioco nei paesi BRIC sta iniziando ad essere stipato sia di multinazionali che di compagnie sorte in loco con aspirazioni globali. Le compagnie devono iniziare a guardare al di là del BRIC per il prossimo tier di mercati che saranno attraenti nel futuro. Basandosi sulla dimensione, potenziale di crescita, risorse naturali, posizione e influenza globale, nei prossimo 30-40 anni questi mercati potrebbero essere: Indonesia, Messico, Turchia, Iran, Corea del Sud, Egitto, Sud Africa, Tailandia, Vietnam, Pakistan, Bangladesh, le Filippine e l’Argentina. Le compagnie dei paesi del BRIC si stanno già muovendo per competere in queste regioni – il dilemma per le firms delle economie avanzate è: come bilanciare le proprie forze tra le economie occidentali, i paesi del BRIC e le zone di espansione post-BRIC?

5. La crescente influenza del “noi e me” non solo del “loro

Gli ultimi 20 anni sono stati, tra le altre cose, il teatro dell’emancipazione dell’influenza. Le persone, in tutte le parti del mondo, hanno visto la propria possibilità di fare scelte accresciuta oltre ogni loro immaginazione, questo è addirittura accaduto in contemporanea con una decrescente fiducia nei confronti dei governi, delle religioni e del business. Le innovazioni in tema di comunicazione e un’accresciuta democraticità hanno permesso alle persone di trovare la propria voce e di condividere idee, conoscenze ed esperienze, con un raggio sempre più ampio. Il potere del “me” è stato amplificato attraverso le comunità di scelta, inclusi i social network e le comunità di acquisto, che stanno modificando i nostri comportamenti e le interazioni tra di noi. Tuttavia la fiducia ed il dialogo sono elementi critici nel costruire e mantenere relazioni con queste comunità e all’interno di esse. Grazie a nuovi strumenti per tracciare le dinamiche dell’influenza, le organizzazioni che attivamente gestiscono e comprendono l’influenza hanno enormi opportunità, ad esempio quelle di allargare gli orizzonti dell’innovazione, co-creare con i propri consumatori e usufruire a supporto della propria offerta del valore crescente in via esponenziale delle reti.

6. La nascita dei nuovi broker del potere

I nuovi broker del potere stanno incrementando la loro influenza sullo scacchiere globale, questi broker si identificano, ad esempio, nei centri di potere economico dei paesi BRIC, nei social networks oppure nel G20, con quest’ultimo che permette alle economie in rapido sviluppo di avere una voce maggiore nelle problematiche globali. Sono anche sorti nuovi broker di potere finanziario, quali, ad esempio, i fondi sovrani d’investimento, private equity ed hedge, a cui i governanti forniscono stimolo, finanziandoli insieme ai loro elettori. Gli immensi assets di questi players della finanza, in un mondo in cui 44 delle 100 maggiori entità economiche mondiali sono aziende, impatteranno non solo sulla governance aziendale di diverse società, ma sulla struttura stessa di interi settori dell’industria. Inoltre, questi nuovi broker del potere avranno anche un ruolo incrementale nel dare forma all’economia globale, allo sviluppo politico e sociale, poiché l’influenza relativa degli USA, del Giappone e dell’Europa conoscerà un forte calo sotto il fardello di debiti nazionali troppo pesanti, che assorbiranno il focus interno delle economie avanzate e ridurranno la loro abilità di finanziare progetti internazionali di qualsiasi genere siano essi programmi di aiuti, militari o scientifici. L’epoca delle superpotenze sta finendo, nasce l’era dei molteplici broker di potere.

 

7. Interdipendenza e competizione tra settori, non solo all’interno di esse

I classici confini tra settori industriali si stanno sfumando così come le organizzazioni che in esse competono. I confini del valore sono sempre più definiti dai consumatori, non dalle firms. Ad esempio i concetti di salute e di benessere – nella mente dei consumatori vanno ben al di là del settore farmaceutico e della sanità per approdare al settore del food, del fitness, del beauty, dei servizi online e molto ancora. Cosa dire della musica? In quale player del settore investireste personalmente? Con lo svanire dei confini tra settori e con la costante trasformazione di qualsiasi cosa in una sua versione mobile, i players di ogni settore sono sempre più interdipendenti, poiché devono bilanciarsi tra collaborazione e competizione con gli altri players, ricoprendo potenzialmente molteplici ruoli in un network o in diverse industrie. Questo fenomeno si estende alle interazioni con la società, in seno alla quale stanno emergendo nuove forme di reti e di partnership a basso costo, per promuovere benefits simultaneamente commerciali e sociali.

8. La battaglia per la fedeltà del nuovo consumatore

Globalmente esistono più consumatori più ricchi rispetto a qualche anno fa, con la possibilità ed il desiderio di essere coinvolti nella co-creation: la battaglia per la fedeltà del nuovo consumatore è cominciata! Un consumatore che vuole più coinvolgimento e personalizzazione, che li pretende in qualsiasi momento e ovunque e che pretende che siano economici e chic contemporaneamente nel momento in cui il clima di frugalità, indotto dalla crisi, colpisce. I business, in qualsiasi punto della catena del valore si trovino, cercano di connettersi con il consumatore per costruirsi una reputazione, per creare rapporti di fiducia e lealtà, per generare ricavi e una migliore posizione di mercato e, infine, per avere la licenza a competere. Il vantaggio di coloro che sono a diretto contatto con i consumatori è minacciato dalle firms che tendo a rimuovere gli step della catena distributiva, ad esempio attraverso le vendite dirette o costruendosi una reputazione che faccia sì che il consumatore scelga la loro offerta come parte della soluzione ad un problema, strada scelta da Intel Inside. Dal momento che i consumatori richiedono in maniera sempre più marcata esperienze e soluzioni, la battaglia evolverà in forme di cooperazione nuove e creative tra le firms, sia d’esempio ciò che accade tra la Apple e gli sviluppatori delle apps.

9. Gap generazionale

 

Per la prima volta sono presenti nella forza lavoro dei paesi sviluppati 4 diverse generazioni. Le differenze generazionali che risultano da questo fenomeno sono legate alle ambizioni, alle abitudini, alle abilità tecnologiche e di tipo etico, e impattano sullo stile di management, su come il lavoro viene svolto e sulla capacità delle compagnie di attrarre talenti. Esistono, inoltre, differenze generazionali che si manifestano nelle economie sviluppate che generano indicazioni in base alle quali i tratti distintivi e i valori di una generazione sono più simili in paesi diversi (globalizzazione), che i valori e i tratti di diverse generazioni nello stesso paese. Il gap generazionale, sia tra lavoratori che tra consumatori, richiederà ai business di applicare pratiche più flessibili e un orizzonte più ampio di approcci di business.

10. Tensioni di globalizzazione E di frammentazione

Nonostante l’onda della globalizzazione e dell’integrazione sia in continua crescita, sta nascendo un crescente trend di natura opposta, quello della frammentazione, in cui il tribalismo, il nazionalismo e il conflitto culturale sono in crescita, ad esempio le proteste no-global e la frantumazione di alcuni stati. Persino nel cyberspazio, dando atto ad internet di essere una potentissima forza di unificazione globale, si stanno manifestando minacce di frammentazione, poiché i governi stanno ergendo barriere sempre più rigide sul flusso informativo per contrastare o monitorare contenuti sgraditi, e i provider di tecnologie tendono a sviluppare “clouds” di proprietà. Il modo in cui le spinte di globalizzazione e di frammentazione interagiranno tra loro avrà un impatto significativo sullo sviluppo economico, sociale e politico del 21mo secolo.

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