>
Un Viaggio alla scoperta del Cambiamento
27
Lug
2013

Retail, spazio di vendita o di comunicazione?

Da spazio di approvvigionamento in cui le leve del successo si chiamavano assortimento, prezzo e servizio, a palcoscenico su cui mettere in scena una proposta emozionale di valore. Cosa comporta questa evoluzione in atto nel mondo del retail e quali sono le ragioni per cui sul mercato si sta già manifestando questo cambiamento?

Abbiamo partecipato in questi giorni ad una interessante discussione in merito al valore della vetrina e come renderla più efficace. Quasi tutti sono preoccupati del prodotto ma ritengo che oggi sia sbagliato porre l’attenzione su di lui, o meglio, bisognerebbe comunicare con chiarezza il mondo di valori ai quali il prodotto si riferisce, in modo da renderlo la naturale conclusione di un percorso che si risolve con il suo acquisto.

Detto così sembra facile, ma la trasformazione delle idee in elementi tridimensionali rappresenta la complessità da risolvere. A questo punto ci viene in aiuto una delle principali qualità dell’uomo: la capacità di raccontare una storia, quella del nostro prodotto o marchio, il cosiddetto storytelling.

Insomma, siamo già a buon punto, perché possiamo applicare sia una strategia, comunicare il mondo di valori del nostro prodotto, che una tattica, lo storytelling.

Provate a pensarci, ma oggi qualsiasi retail concept di successo ha intrapreso questo percorso. Dai grandi marchi alle realtà locali più piccole, propongono una customer experience di qualità raccontando la propria storia in maniera coinvolgente, sempre più spesso con il supporto delle ultime novità tecnologiche.

La parola che meglio coniuga gli aspetti emozionali del retail più innovativo é retailtainment, cioè il retail inteso come intrattenimento. In tale contesto il consumatore si trasforma da spettatore in attore e contribuisce alla spettacolarizzazione dei prodotti.

You may also like

Startup che innovano il negozio sfidano i big dell’e-commerce
Un luogo che a Milano mancava
Gobbi 1842 amplia il proprio target di mercato
Case study: Tiger

Leave a Reply